Il verbo «dare» gli è tanto in odio che non dice mai «Ti dò il buon giorno», ma «… te lo impresto».

Così scriveva uno dei più famosi drammaturghi francesi Moliére nella sua commedia “L’avaro”. Abile analista nella descrizione dei suoi personaggi affetti dai mali del secolo, mali che persistono anche nell’era in cui viviamo . L’avarizia e la ludopatia sono due temi attuali. La figura dell’avaro ha una disfunzione nel relazionarsi con gli altri, sebbene accumulatore seriale di denaro o beni, si rifiuta di condividere con gli altri ciò che possiede anche quando gli altri sono generosi con lui.

Avarizia come si manifesta

L’avaro vive nel timore di essere derubato e se qualcuno si manifesta generoso nei suoi confronti, il più delle volte fugge per paura di dover contraccambiare. Questo implica trame psicologiche che lo portano all’isolamento in quanto, il sospetto e la malizia che qualcuno lo vuole “fregare”, non gli permette di instaurare rapporti sani con chi gli sta intorno. Questo disturbo della personalità , un po’ come il narcisismo patologico, evidenzia delle mancanze affettive che l’individuo, riversa sull’accumulo di denaro o beni.

Cos’è la ludopatia

Invece la sua figura opposta ovvero il ludopatico, cioè colui che è affetto da dipendenza patologica dal gioco, diventa un pò più preoccupante oggigiorno in quanto si tratta di una vera e propria dipendenza nociva per se stessi e per il prossimo, quanto lo può essere l’alcool o la droga. Purtroppo su questo tema si riflette l’aumento di “tentazioni “dannose quali possono essere i “gratta e vinci”, le slot machine, i videopoker ecc… e le conseguenze anche dal punto di vista economico ai danni dei famigliari di un ludopatico, sono importanti.

Ludopatia sintomi

Ma le conseguenze di questo disturbo sono estremamente preoccupanti per la persona stessa che preda della compulsività, inizierà a mentire del tempo che impiega quotidianamente in questa “attività”, il dispendio ingiustificato del denaro che metterà a repentaglio i rapporti interpersonali creati. In base alle vincite o alle perdite , il suo umore cambierà creando disfunzioni della propria personalità visibili a chi gli sta accanto. Il ludopatico soggetto a “craving”, non riesce a dominare l’impulso del gioco , e una volta assecondato questo impulso ha 2 strade, se vince ha un picco euforico che lo induce a giocare ancora, se perde sprofonda in un baratro depressivo snervante. Sicuramente il business che si nasconde dietro questi “giochi”è elevato, ma un basterebbe un po’ più di coscienza sociale nella gestione “consapevole” di questi nuovi guadagni per far sì che non vadano a distruggere persone fragili.


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