Cosa spinge un individuo a scendere in piazza?
A prescindere dalle tendenze politiche , dalle tendenze religiose, le persone sono spinte da un forte desiderio di uguaglianza sociale che le porta a riunirsi per un ideale comune a tutti: la voglia di vivere dignitosamente ecco perché l’Italia è in movimento. Negli ultimi anni il popolo, il cittadino singolo si è sentito sempre più alienato e poco partecipe alla vita politica, lo dimostra il fatto delle percentuali in calo di presenza alle votazioni e alle stesse manifestazioni dove i cittadini non si sentivano più parte attiva di un paese in cui la democrazia rimane solo un termine scritto nel dizionario. Attualmente a seguito del decreto emanato dal nuovo governo proprio nella giornata della festa dei lavoratori del 1° maggio, i cittadini in accordo con i sindacati stanno mobilitando le piazze italiane per protestare contro questo nuovo decreto. Più che una protesta , si respira una voglia di cambiamento che non dipende da nessun colore di bandiere, si chiama in primis responsabilità civile, essere presente se non sei d’accordo su delle leggi che non aiutano la comunità. Alla base dei principi sani di uno stato dovrebbero essere tutelate le famiglie, da qui dei salari dignitosi che permettano di creare un welfare sano e di conseguenza il diritto all’istruzione, il diritto a curarsi con una sanità che funziona per tutti non soltanto per chi se lo può permettere. Il caro energia, come conseguenza di una guerra che non avrebbe ragione di esistere nel 2023, ha dato fuoco ai risparmi delle famiglie, per non parlare poi dei pensionati che con delle misere pensioni dovrebbero anche pagare bollette di luce e gas che si aggirano dai € 500 ai € 1000. Per non parlare del precariato che distrugge qualsiasi progetto di mettere sù famiglia, senza una stabilità, una sicurezza economica e sociale diventa difficile creare una famiglia e una comunità sana.
La Costituzione e i suoi principi fondamentali
Dal lontano 1948 , anno in cui è entrata in vigore la Costituzione italiana, nonostante sia la legge fondamentale dello stato italiano, non si sono proprio rispettati i principi fondamentali della stessa. L’art. 1 ad esempio dice che l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Se cosi fosse, si sarebbero creati gli strumenti per poter formare i lavoratori al fine di eliminare la disoccupazione, il precariato; per cercare di fondare le basi ad un’occupazione più solida che rispetti e non sfrutti il singolo individuo anzi che lo gratifichi.
L’art. 3 sancisce :
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono
il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Questo non rispecchia la situazione attuale , pensiamo anche ai lavoratori che hanno menomazioni fisiche, le cosiddette “categorie protette”, da chi dovrebbero essere protette se si fa fatica ad integrarle nelle realtà lavorative perché si pensa sempre a poterle utilizzare come lavoratori/lavoratrici abili al 100%.
Ancora nella prima parte dell’art.9:
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Se così fosse non avremmo tanti “cervelloni” che scappano all’estero alla ricerca di vera meritocrazia , e se ci fosse davvero più sviluppo della cultura il popolo sarebbe sicuramente meno frustrato e più consapevole.
Spetta a noi cittadini avere il senso di responsabilità a creare una società più giusta, più consapevole che rispetti i nostri diritti e collabori in modo positivo per abbattere tutte le disuguaglianze che ci dividono e ci isolano ad un individualismo sempre più arrogante. La vera rivoluzione parte da dentro, in un mondo arrabbiato, dove la gentilezza ed il confronto sono propositivi a migliorare il prossimo.
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